Qual è il problema che vogliamo risolvere?
Diritti umani, democrazia e stato di diritto sono a rischio. Ungheria e Polonia sono gli esempi più gravi nell'Unione Europea, poiché i loro governi hanno interferito con l'indipendenza dei giudici e dei tribunali di grado più elevato, con la libertà di stampa e il lavoro delle ONG pro-democrazia, tra le altre cose. Ma questi problemi stanno diventando sempre più comuni, con i tagli ai budget dei tribunali, le campagne denigratorie contro le ONG e l'interferenza di governi e imprese con la libertà dei media che si stanno diffondendo in tutta l'UE.
Perché per Liberties è importante lavorare su questi aspetti?
Diritti umani, democrazia e stato di diritto sono tutele fondamentali create per proteggere la vita umana e preservare la pace. Dopo la Seconda Guerra Mondiale, i governi europei hanno deciso che le orribili violenze su esseri umani avvenute non si sarebbero mai più dovute ripetere. Hanno creato degli standard minimi volti a impedire ai governi di essere liberi di abusare dei loro poteri sulla popolazione. Alcuni di questi standard sono stati istituiti per proteggere la dignità umana, come il diritto alla vita, il divieto di tortura e di detenzione arbitraria. Alcuni di questi standard sono volti a garantire che il processo democratico vada avanti adeguatamente in modo che chiunque all'interno della società possa sapere in che direzione va il proprio paese e impedire la diffusione di propaganda pericolosa; per esempio, il diritto di voto, la libertà di stampa, il diritto a manifestare e a costituire organizzazioni come le ONG. E alcuni degli standard sono stati istituiti per proteggere lo stato di diritto attraverso la creazione di istituzioni indipendenti a garanzia che i governi non violino le leggi; e, la cosa più importante, i tribunali, a cui i cittadini possono rivolgersi per chiedere protezione.
Tutti questi standard sono contenuti negli accordi internazionali stipulati per proteggere i diritti umani, come la Convenzione Europea sui Diritti Umani. Nessun paese può aderire all'UE finché non abbia dimostrato di avere leggi, politiche e istituzioni rispettose di questi standard. Ma una volta che un paese ha aderito all'UE, l'Unione ha pochi poteri per garantire che il governo continui a rispettare questi accordi. I nostri leader pensavano fosse così improbabile che i paesi facessero passi indietro nel rispetto degli impegni presi una volta entrati nell'Unione, che hanno creato un'unica procedura per affrontare la questione. E questa procedura (Articolo 7 del Trattato UE) è così difficile da attivare che non è mai stata usata.
In quale direzione lavorerà Liberties?
Alcuni governi UE hanno accettato il fatto che l'Unione ha bisogno di nuovi poteri per garantire che tutti i paesi membri mantengano le loro promesse. Nel 2014, la Commissione Europea ha creato una 'procedura' dello stato di diritto. Tale procedura consente alla Commissione di indagare e fare raccomandazioni ai governi che minacciano gravemente l'indipendenza dei loro tribunali. Liberties chiede alla Commissione di usare il suo potere in maniera sistematica: la Polonia è stata sottoposta a tale procedura, mentre l'Ungheria no. Inoltre, Liberties vuole che la Commissione non si limiti a considerare gli attacchi ai tribunali, bensì che prenda anche in considerazione il caso in cui i governi prendono di mira altri attori responsabili della promozione dello stato di diritto e degli standard democratici, come i media, i garanti e le ONG. Liberties chiede anche alla Commissione di usare le leggi europee per proteggere gli standard dei diritti umani, per esempio le norme sulla libertà di movimento di capitali, per impedire ai governi di bloccare le donazioni alle ONG da parte di altri paesi UE.
Nel 2015 i governi UE che siedono al Consiglio hanno avviato un “dialogo annuale sullo stato di diritto” per contribuire a tutelare lo stato di diritto. Ma questo meccanismo è inefficace nella sua forma attuale. Liberties chiede che questo meccanismo includa una discussione sulla situazione dei diritti in tutti i paesi e che tutti i paesi ricevano raccomandazioni per implementarli. Liberties chiede anche al Parlamento Europeo di creare un proprio sistema di dialogo regolare con ogni parlamento nazionale individualmente sul rispetto dei diritti da parte del rispettivo governo.
Nel lungo periodo, Liberties vorrebbe che venisse realizzato un processo di monitoraggio sistematico in cui ogni paese UE discute la situazione dei diritti al suo interno con il Consiglio, la Commissione Europea e il Parlamento Europeo, come parte di un unico meccanismo. Così l'UE non dovrebbe concentrarsi su questo. Potrebbe invece usare nuove procedure di pressione sui paesi UE per implementare le raccomandazioni fatte da questi organismi dell'ONU e del Consiglio d'Europa. E, da ultimo, l'UE dovrebbe essere in grado di usare l'Articolo 7 per sanzionare i governi.
Naturalmente, la pressione internazionale non è sufficiente di per sé a garantire che i governi rispettino i loro obblighi. Per questo Liberties chiede all'UE di supportare le ONG che operano a livello nazionale per sensibilizzare l'opinione pubblica sul perché diritti umani, democrazia e stato di diritto siano importanti per tutti noi e perché valga la pena difenderli. Approfondiremo tutto questo in un prossimo articolo in cui spiegheremo il nostro lavoro sulle libertà delle ONG.