L'ispezione periodica alla Spagna da parte del Consiglio per i Diritti Umani dell'ONU, organismo incaricato di garantire la corretta applicazione del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, avrà luogo a Genova il 7 e 8 luglio.
Lo scorso anno Rights International Spain aveva contribuito a stilare l'elenco di questioni su cui concentrare l'ispezione del mese prossimo; in effetti, l'elenco finale rispecchia ampiamente le preoccupazioni sollevate da questa organizzazione. Il rapporto ombra che verrà presentato evidenzia come il governo spagnolo abbia messo a tacere con le sue risposte le richieste del Consiglio.
Lacune nella lotta alla discriminazione razziale ed etnica
Il rapporto denuncia la mancanza di un organismo realmente indipendente incaricato di indagare, sanzionare e denunciare i casi di discriminazione razziale o etnica. Un organismo di questo tipo è essenziale per prevenire ed eliminare la discriminazione. Il rapporto mette in luce anche la persistenza di pratiche discriminatorie da parte della polizia, specialmente attraverso l'uso del profiling etnico durante i fermi e le perquisizioni, nonostante i poliziotti neghino tale pratica. Esso evidenzia la persecuzione subita dagli attivisti impegnati nel monitoraggio delle attività di polizia attraverso la documentazione delle pratiche discriminatorie.
Obblighi nella lotta contro la tortura
Il rapporto enfatizza anche gli obblighi esistenti (in molti casi di vecchia data) nella lotta contro la tortura e la violenza in Spagna e pone l'attenzione sulle osservazioni conclusive della recente ispezione effettuata dal Comitato delle Nazioni Unite contro la Tortura.
Ostacoli all'esercizio dei diritti sessuali e riproduttivi
In riferimento alla questione dell'aborto, il rapporto mette in guardia sul fatto che la riforma attualmente in corso metterà in pericolo i diritti delle minorenni che hanno compiuto i 16 anni e che intendono abortire senza il consenso dei genitori, anche nei casi in cui la legge attuale riconosce il diritto della minore ad interrompere la gravidanza senza informare i suoi genitori o tutori, come in caso di violenze in famiglia.
Giustizia di transizione: nessun progresso dall'ultima ispezione in Spagna
Il rapporto informa il Consiglio che nulla è stato fatto per implementare le misure da esso individuate nelle osservazioni conclusive della sua visita alla Spagna del 2008, sotto forma di richieste alla Spagna di adempiere ai suoi obblighi internazionali verso le vittime di violazioni di diritti umani durante la Guerra Civile Spagnola e il regime di Franco.
Violazioni dei diritti dei migranti
Il Consiglio viene informato che la pratica dei rimpatri sommari è stata “legalizzata,” il che mette a rischio molti dei diritti di cui i migranti sono titolari indipendentemente dal loro status amministrativo. Il Consiglio è incoraggiato a sollecitare la Spagna non soltanto a porre fine alle violazioni dei diritti umani commessi nei Centri di Detenzione per Migranti (CIEs), ma a fare un passo ulteriore e a sradicare anche la pratica dell'internamento preventivo dei migranti privi di documenti che non sono accusati di alcun reato.
Diritti e libertà calpestati con il pretesto della lotto al terrorismo
Nel suo report, RIS avverte il Consiglio del fatto che molte delle misure adottate in nome della lotta al terrorismo (come le riforme del codice penale, la proposta di Legge sulla Pubblica Sicurezza e il Piano Strategico contro la Radicalizzazione della Violenza) possono mettere a rischio i diritti umani delle persone.
Privacy a rischio per via di alcuni provvedimenti governativi
Rispetto alla vita privata delle persone, il Consiglio viene informato di due provvedimenti controversi. In primo luogo, i giudici ora hanno il potere di “registrare comunicazioni orali” (vale a dire registrare immagini dentro la casa di una persone indagata). In secondo luogo, è stato annunciato un sistema informatizzato per determinare “profili di sospettati” di terrorismo. Tale sistema sarà in grado di analizzare email private, telefonate e perfino documentazioni sanitarie.
Ostacoli nell'accesso alla giustizia
Il rapporto informa il Consiglio del fatto che la richiesta delle spese legali costituisce una discriminazione iniqua e che con la riforma della Legge sul Gratuito Patrocinio meno persone avranno accesso alla difesa pubblica. La mancanza di fondi per la giustizia comporta gravi ritardi nei procedimenti e indebolisce l'indipendenza dei giudici.
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Infine, il rapporto denuncia la criminalizzazione delle manifestazioni pacifiche (e di conseguenza l'esercizio delle libertà di espressione, informazione e assemblea) prevista dalla nuova Legge sulla Pubblica Sicurezza e dalle recenti riforme del codice penale.