La Corte di Giustizia dell'Unione Europea (CJEU) ha stabilito che ai cittadini stranieri dovrebbe essere data l'opportunità di chiedere un riesame giudiziario della decisione di negare loro il visto. Il tribunale per il suo parere si è basato sul Codice dei visti di Schengen e sulla Carta dei diritti fondamentali dell'UE.
La corte: “nessun diritto al riesame giudiziario”
Il caso, Soufiane El Hassani vs. ministro Spraw Zagranicznych, riguarda un cittadino marocchino a cui è stato rifiutato un visto Schengen dal console polacco a Rabat. Il marocchino, assistito da avvocati dell’Helsinki Foundation for Human Rights, membro di Liberties, si è rivolto al tribunale amministrativo provinciale di Varsavia per presentare un reclamo contro la decisione. Il tribunale ha respinto la richiesta, ritenendo che la legge polacca non prevedesse alcuna possibilità di una revisione di tale decisione.
Lo straniero ha quindi presentato ricorso al Tribunale Amministrativa Suprema, lamentando una violazione del diritto al riesame legale come garantito dalla Carta dei diritti fondamentali dell'Unione Europea. Questo tribunale, da parte sua, ha presentato una domanda di sentenza preliminare alla CGUE.
Una lacuna del sistema giudiziario polacco
Nella sua sentenza, la CGUE ha ritenuto che l'articolo 47 della Carta garantisse a tutti il diritto che la propria causa venisse accolta da un tribunale indipendente e imparziale. La CGUE ha anche spiegato che il concetto di indipendenza richiede soprattutto che un organo giudicante debba agire "in qualità di terza parte rispetto all'autorità che ha adottato la decisione contestata".
La Polonia è uno dei pochi paesi dell'UE a non aver predisposto rimedi che consentano il riesame giudiziario nei casi di visti Schengen rilasciati da un console. Questa situazione ha portato a obiezioni da parte della Commissione Europea, che ha partecipato al caso a sostegno dello straniero.
La sentenza nella causa C-403/16, Soufiane El Hassani vs. Ministro degli Affari esteri è accessibile qui.
Nel settembre 2017, l'avvocato della CGCE ha anche emesso un parere su questo caso.