Agli inizi del mese di febbraio, ruspe hanno abbattuto 36 baracche e 6 tende allestite in due favelas della periferia di Roma dove viveva principalmente la comunità rom. Gli agenti di polizia, al momento dell’intervento, non hanno riscontrato la presenza di alcun occupante e l’area è stata posta sotto sequestro per impedire nuovi accessi.
Sgombero avvenuto in maniera “non rispettosa dei diritti fondamentali”
L’Associazione 21 luglio, organizzazione non profit impegnata nella promozione dei diritti delle comunità rom e sinte in Italia, è immediatamente intervenuta viste le modalità di intervento con cui è stato realizzato lo sgombero, e viste le minacce e i danneggiamenti a danno delle abitazioni prima dell’arrivo delle ruspe.
Nel comunicato stampa dell’Associazione 21 luglio si legge che: “Lo smantellamento delle abitazioni è stato preceduto, nei giorni scorsi, da minacce di divisione di nuclei familiari agli occupanti e dalla distruzione parziale preventiva delle stesse. Nessuna alternativa adeguata è stata offerta agli abitanti. Riteniamo si tratti quindi di uno sgombero avvenuto in maniera illegale, non rispettosa dei diritti fondamentali".
Secondo l’Associazione 21 luglio, lo sgombero è avvenuto “in evidente violazione degli obblighi internazionali e senza rispettare le garanzie procedurali in materia di sgomberi previste dal Comitato sui Diritti Economici, Sociali e Culturali delle Nazioni Unite".
Inoltre, dalle testimonianze risulta che le famiglie, nei giorni precedenti allo sgombero erano state più volte prese di mira da rappresentanti delle Forze dell’Ordine, con la minaccia che qualora il giorno dello sgombero fossero state trovate all’interno delle abitazioni, si sarebbe proceduto alla divisione dei nuclei con eventuale allontanamento dei minori. Successivamente hanno provveduto alla distruzione delle finestre e delle porte delle baracche, per evitare che le persone potessero rientrare.
Assenza di soluzioni alternative da parte dell’Amministrazione Comunale
L’Amministrazione Comunale non ha un progetto futuro ne le soluzioni per i nuclei di famiglie che sono costrette ad abbandonare gli insediamenti demoliti. Non sembrano essere previsti piani alternativi per queste persone, e vengono così compromessi i diritti fondamentali.
L’ Associazione 21 luglio evidenzia i propri timori e la propria indignazione rispetto alla gestione degli sgomberi forzati delle comunità rom sul territorio di Roma Capitale e alle modalità con cui gli stessi vengono effettuati. Questo sembra essere l’ennesimo episodio di violazione dei diritti umani.
Il Comune di Roma sembra non prendere in considerazione quanto espresso dal Comitato per i Diritti Sociali del Consiglio d’Europa, che aveva manifestato una forte preoccupazione per condizioni di vita delle comunità rom.