La Corte costituzionale polacca ha emesso due sentenze riguardanti la recente riforma del sistema giudiziario. Le sentenze, emesse il 24 ottobre, riguardano la nomina del giudice supremo della Corte e varie disposizioni di legge sui procedimenti dinanzi alla Corte costituzionale, comprese le norme che consentono l'assunzione di funzioni giurisdizionali da parte di giudici nominati per posti già assegnati.

Il Primo Presidente della Corte suprema

La prima sentenza riguarda le disposizioni per l'elezione del Primo Presidente della Corte Suprema, in carica dal 2003. La Corte costituzionale ha stabilito, tra l'altro, che l'Assemblea Generale dei Giudici della Corte Suprema non può determinare nella sua risoluzione la procedura che disciplina la selezione del Primo Presidente, in quanto tale procedura dovrebbe essere regolata dalla legge.

Giudici della Corte Costituzionale

La seconda sentenza riguarda la costituzionalità delle disposizioni che consentono l'assunzione di funzioni giurisdizionali da parte di giudici nominati per posti già assegnati. La sentenza si riferisce ai tre progetti di emendamento alla Legge costituzionale sui tribunali, presentati a novembre e dicembre 2016, che sono stati impugnati dal difensore civico.

L'impugnazione riguarda una disposizione che impone al presidente della Corte costituzionale (che a quel tempo era il giudice Julia Przyłębska, attuale presidente della Corte) di assegnare casi a tutti i giudici che avevano prestato giuramento dinanzi al presidente. Queste disposizioni comprendevano anche giudici nominati per posti già assegnati presso la Corte.

Molti dei giudici che hanno seguito il caso erano essi stessi destinatari di una delle disposizioni contestate. Non è pertanto possibile conciliare tali attività con alcuni dei principi fondamentali della legge e, in particolare, con la regola secondo la quale nessuno può essere giudice del proprio caso.

Licenziamenti dall'Ufficio della Corte costituzionale

Il difensore civico ha sollevato preoccupazioni in merito alle norme che consentono il licenziamento arbitrario di ex dipendenti dell'Ufficio della Corte costituzionale. Secondo queste disposizioni saranno costretti a lasciare il loro posto di lavoro entro la fine del 2017, a meno che non venga loro offerta la possibilità di avanzare all'interno delle nuove strutture che sostituiranno l'attuale ufficio.

A questo proposito è la stessa decisione della corte a sollevare preoccupazioni: la corte ha rilevato che i regolamenti che consentono il licenziamento arbitrario, incluso il licenziamento di persone vulnerabili (come le donne incinta), sono in linea con la Costituzione. Inoltre, sembrano inaccettabili anche le disposizioni che consentono una pubblicazione selettiva delle decisioni della Corte o quelle che consentono ai giudici nominati in posti già assegnati di esaminare le cause dinanzi al tribunale. Tali decisioni della Corte minano le basi dello stato di diritto.