Democrazia e Giustizia

'Prima i diritti umani': ONG chiedono nuovo approccio alla detenzione dei migranti

CILD e altre organizzazioni della società civile chiedono al Consiglio d’Europa di adottare un approccio radicalmente differente sulla detenzione dei migranti: che metta al primo posto i diritti umani.

by Ilaria Giacomi

Il Consiglio d’Europa (CoE) di recente ha presentato una proposta volta a regolamentare la detenzione amministrativa dei migranti, una pratica che è solitamente usata per controllare i flussi di immigrazione, mentre dovrebbe essere considerata l’ultima risorsa.

Cos’è la detenzione amministrativa?

La detenzione amministrativa è una limitazione della libertà personale basata su una decisione amministrativa. Vale a dire, è una forma di detenzione non concepita come pena, in quanto non c’è un reato, ma come mezzo di controllo.

Ogni anno in Europa vengono trattenuti circa 600,000 migranti, dei quali 40,000 sono minori non accompagnati.

Tale pratica è stata frequentemente criticata da molte ONG impregnate nella tutela dei diritti umani: l’immigrazione non dovrebbe essere affrontata con restrizioni e repressione, bensì attraverso politiche sociali.

Tuttavia, poiché la detenzione amministrativa è una pratica che difficilmente sarà abbandonata, è essenziale che venga regolamentata a livello europeo. Quindi, lo sforzo del Consiglio d’Europa nell’abbozzare le “regole europee sulla detenzione amministrativa dei migranti” deve essere considerato un primo passo verso la protezione dei diritti umani che troppo spesso vengono violati all’interno dei centri per via della mancanza di un’adeguata cornice legale.

La dichiarazione dell'IDC e la posizione di CILD

Considerato l'impegno di lunga data nel campo delle politiche dell'immigrazione e della tutela dei diritti dei migranti, CILD ha già firmato una dichiarazione congiunta con l'International Detention Coalition, in cui suggerisce al Consiglio d'Europa di adottare un approccio focalizzato sul rispetto dei diritti e sull'uso delle alternative alla detenzione piuttosto che uno modellato sulla giustizia penale.

Oltre a questo, CILD e varie altre ONG tra cui A Buon Diritto, Antigone, Avvocati per Niente, Naga e Progetto Diritti, hanno unito le forze per presentare delle note critiche alla proposta indirizzata al Consiglio d'Europa, affinché sia avviata una consultazione della società civile.

Queste note riguardano in particolare i seguenti aspetti:

  • la gestione delle strutture di detenzione amministrativa deve essere totalmente pubblica;
  • la detenzione deve avere una durata fissa;
  • non può mai essere applicata la misura della detenzione a minori o ad appartenenti a categorie vulnerabili;
  • la vita all'interno delle strutture detentive deve essere il più possibile simile a quella normale, anziché a quella all'interno di un carcere, che isola dalle comunicazioni esterne;
  • gli organismi di monitoraggio indipendente devono avere accesso a tutti i luoghi di detenzione.

I prossimi passi

L'obiettivo del Consiglio d'Europa è di approvare un regolamento definitivo entro il 2018. L'obiettivo di CILd e delle organizzazioni partner è che tale regolamento assuma una prospettiva differente e garantisca che i diritti fondamentali non vengano mai violati.



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