Rights International Spain, membro di Liberties, insieme a Plataforma por la Gestión Policial de la Diversidad, è intervenuta di fronte alla Corte Europea dei Diritti Umani sul caso Zeshan Muhammad v. Spain.
Il caso riguarda un giovane pachistano che ha citato in giudizio lo stato spagnolo per i controlli d'identità realizzati da un agente della Polizia Nazionale con la giustificazione che “non fermerebbe mai un tedesco”.
Entrambe le organizzazioni intervenute sul caso ritengono che sia importante informare la Corte sulle misure che lo stato spagnolo dovrebbe adottare con urgenza per prevenire ulteriori pratiche discriminatorie da parte della polizia.
Tutte queste misure sono state raccomandate da altre organizzazioni europee e internazionali per i diritti umani e hanno dato dimostrazione di funzionare nella pratica quando sono state adottate da varie forze di polizia, sia in Spagna che in altri paesi europei.
Leggi adeguate contro il profiling razziale
La legge spagnola che disciplina in che modo l'autorità di polizia debba realizzare i controlli d'identità (Ley de Seguridad Ciudadana) è inadeguata perché non contiene tutele sufficienti contro il profiling razziale da parte della polizia.
In primo luogo, la legge dovrebbe includere una definizione e un divieto di tale tipo di azioni discriminatorie da parte della polizia. In secondo luogo, e in conformità alla giurisprudenza della Corte Europea dei Diritti Umani, il ragionevole sospetto di un reato dovrebbe essere il prerequisito per consentire i controlli di identità o le procedure di fermi e perquisizioni.
Ai poliziotti dovrebbe quindi essere richiesto di osservare criteri obiettivi anziché stereotipi riguardo la provenienza razziale delle persone.
Uso di moduli per i fermi
Un'altra misura chiave per prevenire il profiling razziale è l'uso di moduli che gli agenti devono compilare ogni volta che effettuano un controllo d'identità. Questi moduli dovrebbero contenere dati personali (comprese etnia e razza) della persona controllata, il motivo che ha portato l'agente a effettuare un controllo e il risultato di quest'ultimo (ad esempio se si è tradotto nella scoperta di un reato).
Inoltre, una copia del modulo andrebbe consegnata alla persona sottoposta a controllo, con informazioni sulle modalità di denuncia in caso di maltrattamento da parte della polizia. Questo tutela il diritto della persona controllata e consente di dimostrare quanto siano sproporzionate le azioni della polizia riguardo a certe categorie di persone, oltre all'efficacia dei controlli di polizia. L'esperienza ha dimostrato che questo strumento serve a ridurre il profiling etnico e al contempo aumentare l'efficacia dell'attività di polizia – più gli agenti sono guidati da criteri obiettivi, meno c'è discriminazione e più crimini vengono scoperti.
Meccanismi indipendenti di monitoraggio
Una delle lacune storiche della Spagna in tema di diritti umani è la mancanza di un meccanismo indipendente per monitorare gli interventi di polizia e ricevere denunce. Questi meccanismi svolgono un ruolo molto importante oggi per prevenire, indagare e affrontare la violazioni di diritti umani commesse dagli agenti di polizia, come quelle discriminatorie (o la violazione del divieto di tortura).
Miglioramento delle relazioni tra polizia e comunità
Infine, la Spagna deve creare meccanismi per istituire dei canali di dialogo in grado di migliorare le relazioni tra la polizia e tutte le comunità che fanno parte della società in cui la polizia opera. Questo aumenta la fiducia della gente sull'istituzione della polizia contribuendo così a superare progressivamente gli stereotipi negativi contro alcune categorie professionali di polizia (così come gli stereotipi negativi da parte della polizia nei confronti di alcune comunità).