L'ONG Are You Syrious? e il Centre for Peace Studies, insieme all'avvocato Sanja Bezbradica Jelavić, segnalano la pericolosa pratica messa in atto dall'Agenzia Croata per la Sicurezza e l'Intelligence di utilizzare giustificazioni inspiegabili per respingere le richieste di stranieri e rifugiati.
L'Agenzia per la Sicurezza e l'Intelligence (SOA) arriva a delle conclusioni che costituiscono un ostacolo all'ottenimento della protezione internazionale, della cittadinanza o del permesso di soggiorno per rifugiati e stranieri. Le ONG hanno preparato un rapporto sulle pratiche arbitrarie e illegali messe in atto dal Ministero dell'Interno e dal SOA, riguardanti il loro rifiuto a concedere lo status di protezione internazionale agli stranieri in Croazia.
Le ONG affermano che sono stati registrati almeno 30 casi dall'inizio dell'anno in cui le richieste sono state respinte per via di cosiddetti “intralci alla sicurezza”. Tra chi si è visto respingere la richiesta ci sono i giovani i cui genitori avevano ricevuto un diniego per “intralcio alla sicurezza” e una madre disabile in sedia a rotelle.
I richiedenti protezione internazionale che hanno ricevuto tali motivazioni provengono prevalentemente da Iraq e Siria e in particolare dalle aree che sono ancora colpite da conflitti armati, come Baghdad, Mosul e Aleppo.
Diniego automatico
In tutti questi casi, il Ministro dell'Interno aveva ritenuto che ci fossero gli elementi per concedere l'asilo o la protezione internazionale, ma in conseguenza di una valutazione dell'Agenzia per la Sicurezza e l'Intelligence (classificata secondo il più basso livello di classificazione - “LIMITATO”) che riporta l'esistenza di “intralci alla sicurezza” - senza alcuna ulteriore spiegazione – le richieste sono state automaticamente respinte.
E' noto come il livello più basso di classificazione non riguarda dati relativi alla “sicurezza nazionale e gli interessi vitali della Repubblica di Croazia”, ma questo non impedisce al Ministro degli Interni, che non entra nel merito della questione, di continuare a respingere le richieste di protezione internazionale, cittadinanza o residenza.
Per questi motivi, le ONG chiedono con urgenza che tali pratiche, che senza dubbio determinano violazioni dei diritti umani dei rifugiati e degli stranieri in Croazia, vengano interrotte. Chiedono anche che le istituzioni competenti indaghino e sanzionino chi all'interno delle istituzioni dello stato è responsabile di condotte illegali.