Dopo aver modificato la Legge Fondamentale e il Codice Penale attraverso una legge soprannominata “Stop Soros” (qui descritta), il governo ungherese ha approvato una nuova tassa, denominata “tassa speciale sull'immigrazione”.
La nuova tassa non è altro che una grave restrizione alla libertà di parola: chi supporta l'immigrazione in maniera professionale (facendolo in una cornice organizzata, come un bando con finanziamenti) può farlo, da ora, solo pagando una tassa speciale del 25%.
La legge “Stop Soros” minaccia con il carcere i difensori dei diritti umani e i lobbisti, mentre la nuova tassa rappresenta una minaccia per la stessa sopravvivenza delle organizzazioni impegnate nel campo dell'immigrazione. Mette dei limiti alla libertà di parola e al lavoro quotidiano delle ONG.
La nuova legge è entrata in vigore il 25 agosto, dopo l'approvazione del Parlamento e la firma del presidente ungherese.
Una legge vaga
In base alla legge, soggetto tassabile è l'organizzazione che finanzia “operazioni a sostengo dell'immigrazione”. Nel caso in cui l'organizzazione che fornisce assistenza non pagasse la tassa speciale, allora dovrà pagare chi riceve il sostegno. La legge stabilisce l'ammontare della tassa speciale nel 25% del sostegno finanziario o in natura a favore dell'immigrazione. Il reddito derivante da questa tassa speciale può essere speso solo per la protezione dei confini.
La legge è vaga in termini di definizione di cosa costituisca un intervento a sostegno dell'immigrazione. In base al testo della legge, immigrazione è qualunque spostamento di individui (da intendersi come definitivo) da un paese di origine a un altro paese – senza includere i cittadini dell'Unione Europea e quelli di paesi membri dell'Accordo di Partenariato Economico Europeo.
Affinché un intervento sia a “sostegno dell'immigrazione” deve rispondere a determinati requisiti. In primo luogo, l'intervento deve aiutare direttamente o indirettamente l'immigrazione. In secondo luogo, l'evento o l'attività devono rientrare in una delle tre seguenti categorie: campagne mediatiche (compreso tenere o partecipare a seminari sui media), sviluppo e funzionamento della rete e/o pubblicità che dipingono in maniera positiva l'immigrazione.
L'applicazione della tassa è stata delegata all'Autorità Fiscale Nazionale. La legge non dice nulla su quali aspetti l'autorità fiscale dovrà considerare per stabilire se un intervento risponde effettivamente ai requisiti di cui sopra. Ad esempio: un comunicato stampa in cui si dichiara che chi ha aggredito un cittadino di un paese terzo dovrebbe subire conseguenze legali può essere qualificato come supporto all'immigrazione?
Una tassa sulle opinioni divergenti
Ritrarre l'immigrazione in una buona luce è un'opinione legittima e protetta dalla libertà di parola – anche se questo non è in linea con la visione del governo. Naturalmente, il governo ha il diritto di non essere daccordo – potrebbe addirittura argomentare contro – ma non dovrebbe limitare l'espressione di opinioni contrarie alle sue.
Oltre al fatto di proteggere la libertà di parola, ci sono altri motivi per cui incoraggiare l'esistenza di un'ampia gamma di opinioni e aprire la discussione ai decisori politici sarebbe un beneficio per la comunità intera. Si possono presentare molti argomenti riguardo gli aspetti positivi dell'immigrazione compreso quello per cui l'immigrazione viene vista come un beneficio per l'economia. E' nell'interesse della comunità consentire alle opinioni divergenti di venire a galla, ascoltarle e incorporare la conversazione e gli argomenti nel processo decisionale – semplicemente perché le decisioni nate in questo modo saranno più condivise e informate, tenendo conto di tutto ciò che è stato discusso.
Se questa nuova tassa non vieta l'emergere di alcune opinioni nella conversazione quotidiana, comunque le limita significativamente, in quanto introduce una responsabilità finanziaria per chi argomenta a favore dell'immigrazione. L'introduzione di questa tassa fa sì che tali opinioni vengano azzittite. Per questo, questa nuova legge sta limitando un'opinione – un'opinione che, di per sé, non danneggia i diritti di nessuno – semplicemente per via del suo contenuto. Detto in parole povere, questa legge è una tassa sulle opinioni che sono in contrasto con la visione ufficiale del governo.
Nel valutare questa legge, occorre sottolineare che l'introduzione di una norma speciale sull'immigrazione è legata a due processi. Il governo ancora una volta sta tentando di mettere a tacere certe opinioni, provando a limitare le attività delle ONG. Nel 2013 i partiti al governo e i loro rappresentanti politici hanno avviato una campagna volta a screditare le ONG, che è entrata in una nuova fase durante la crisi dei rifugiati: coloro le cui opinioni sull'immigrazione divergono da quelle del governo sono stati considerati traditori e una minaccia alla sicurezza nazionale.
Nella comunicazione del governo, i rappresentanti ONU e i politici dell'opposizione, così come tutti quelli che lavorano per le ONG (siccome le loro opinioni divergono da quelle del governo), sono stati presentati come se fossero sul libro paga di George Soros e ricettori di direttive direttamente da lui.
Oltre alla campagna denigratoria, nel 2017 il governo ha iniziato ad approvare delle leggi volte ad mettere a tacere le ONG: nel 2017 è stata introdotta la cosiddetta legge contro le ONG o legge sulla trasparenza delle organizzazioni finanziate dall'estero. Oltre al fatto che tale legge sta al momento limitando le opinioni sull'immigrazione, potrebbe essere facilmente estesa ad altre attività volte a rendere il governo responsabile, quindi essere una seccatura per il governo. Potrebbe, per esempio, essere usata per mettere a tacere chi chiede di eliminare le scuole segregate, di garantire condizioni di vita umane a tutti, o chi denuncia ufficiali del governo corrotti.