Due TV commerciali hanno rifiutato di trasmettere il video della Lega Gay Lituana (LGL) che rappresenta un tentativo di cambiare gli atteggiamenti sociali discriminatori verso le minoranze sessuali. Il video è parte della campagna Keisk (Change It), che invita la gente a conoscere le persone LGBT (lesbiche, gay, bisessuali e transessuali) e a vedere il mondo attraverso i loro occhi.
Ora che le reti televisive hanno rifiutato di trasmettere la comunicazione pubblicitaria sociale sulle minoranze sessuali, i contenuti del video saranno valutati da esperti. E' stato affermato che il video può violare le disposizioni della Legge sulla Protezione dei Minori contro gli Effetti Nocivi dell'Informazione Pubblica. Secondo la legge, ogni informazione "che esprime disprezzo per i valori familiari, incoraggia l'idea di contrarre matrimonio e creare una famiglia diversamente da quanto stabilito nella Costituzione della Repubblica Lituana e nel Codice Civile della Repubblica Lituana" è dannosa per i minori e il suo accesso deve essere limitato. Il video elenca gli stereotipi sulle minoranze sessuali ed esibisce momenti di vita di coppie omosessuali.
Dati dell'indagine di Eurobarometer rivelano che solo il 12 per cento dei cittadini lituani afferma di conoscere almeno una persona gay, lesbica o bisessuale, e solo il 3 per cento almeno una persona transessuale. "Il restante 88 per cento conosce comunque queste persone, semplicemente non lo sa," sostengono gli autori del video, sottolineando che la discriminazione contro individui LGBT può colpire amici e familiari di chiunque. Gli spettatori sono anche invitati a firmare una petizione per esprimere sostegno per la tutela e il potenziamento dei diritti delle persone LGBT in Lituania.
Secondo V. Simonko, presidente della Lega Gay Lituana, questo equivale a censura. Non è peraltro la prima volta che qualcosa del genere accade. Una situazione simile è avvenuta nel 2013, quando LRT televizija ha acconsentito di trasmettere video che informavano i telespettatori sul Baltic Pride e sulla sfilata LGBT, soltanto in tarda serata, giudicandola un'informazione dannosa per i minori. In quel caso, Zita Zamžickienė, ispettore dell'etica giornalistica, si è espressa in favore dell'emittente.
La Legge sulla Tutela dei Minori contro gli Effetti Nocivi dell'Informazione Pubblica, adottata nel 2010 e applicata in vari casi, è stata criticata da Amnesty International, Human Rights Watch e ILGA-Europa (un'organizzazione per la tutela dei diritti delle minoranze sessuali). Durante alcuni eventi internazionali, abbiamo sentito affermazioni che questa specifica norma è "superata" - tuttavia, sembra che possa essere applicata lo stesso quando la situazione lo richiede.
Puoi vedere il video qui.