Lo scorso ottobre Sara Casanova, sindaco leghista di Lodi, ha negato i sussidi per la mensa scolastica ai figli di cittadini non comunitari, facendo sì che i donatori intervenissero in sostegno agli alunni colpiti e alle loro famiglie.

Tribunale ribalta decisione del sindaco

Il caso è finito di fronte al Tribunale di Milano, che alla fine ha ordinato al sindaco non solo di pagare le spese processuali, ma anche, cosa ben più rilevante, di modificare il regolamento di accesso al welfare sociale da lei emesso ad ottobre.

Il sindaco dovrà introdurre nuovi requisiti per garantire ai cittadini di paesi terzi gli stessi diritti dei cittadini UE in termini di accesso ai benefici sociali. Questo consentirà ai genitori di cittadini non UE di beneficiare di rate più basse per le mense scolastiche e i servizi di scuolabus.

Il caso è stato portato in tribunale dalle famiglie extra-comunitarie colpite dalla misura. Nel frattempo, le famiglie hanno ricevuto il supporto legale dell'ASGI (Associazione Studi Giuridici sull'Immigrazione) e di Naga, entrambi membri di CILD.

Amministrazione kafkiana per i genitori non UE

Il provvedimento emesso da Sara Casanova implicava che le famiglie provenienti da paesi extra-UE dovessero dimostrare il proprio patrimonio (soprattutto immobiliare) sia in Italia che nei loro paesi di origine per poter accedere alle rate più basse delle mense scolastiche e dei servizi di scuolabus per i loro figli. Sarebbe stata necessaria una pletora di documenti e certificazioni tradotte dalle autorità consolari.

Molti bambini stranieri sono stati esclusi dai pasti scolastici e dai servizi di scuolabus in conseguenza di questo provvedimento. Tuttavia, quando il caso è diventato una questione di interesse nazionale, si è costituita l'associazione Equal Duties su iniziativa di molti cittadini che hanno raccolto fondi per consentire a quasi 200 bambini stranieri di ricevere i pasti scolastici alla rata più alta.

Una prima vittoria sulla discriminazione

Sebbene la sentenza del Tribunale di Milano sia per ora solo di primo grado – e sono possibili quindi altri due gradi di giudizio per contestarla – si tratta di una prima vittoria sulla discriminazione.

Equal Duties ha dichiarato: “Per la prima volta un governo locale di destra è stato sconfitto e le sue scelte discriminatorie, che hanno sollevato preoccupazione a livello nazionale, sono state alla fine annullate.” Occorre sottolineare che nella formulazione della sentenza il giudice fa un chiaro riferimento a un “trattamento discriminatorio e differenziato riservato a persone straniere, che deriva da un'autorità [il governo di Lodi] che non ha competenza sul tema”.

Il sindaco di Lodi e la sua squadra di avvocati stanno valutando se presentare ricorso in appello contro questa decisione.