La Commissione europea ha espresso preoccupazione per il progetto di legge di riforma elettorale irlandese 2022, che mira a garantire una maggiore trasparenza nella pubblicità politica su Internet.
In un parere dettagliato, la Commissione ha evidenziato una serie di incompatibilità tra il progetto di legge di riforma elettorale e la Direttiva sul commercio elettronico e ha concluso che vi sono ancora diverse questioni aperte riguardo all'interpretazione pratica del progetto.
Il primo punto sollevato dalla Commissione è che le piattaforme online possono essere ritenute responsabili ai sensi della proposta di legge se non intervengono contro annunci che hanno "ragionevoli motivi" per ritenere che violino la proposta di legge e quindi costituiscano pubblicità illegale.
Livello di conoscenza inferiore
Dopo la richiesta di chiarimenti da parte delle autorità irlandesi, la Commissione ha stabilito che la responsabilità di decidere cosa costituisce pubblicità politica spetta alla piattaforma online. Sebbene la piattaforma online sia esente da responsabilità penale se non è effettivamente a conoscenza dell'attività illegale, la Commissione ritiene che ciò implichi uno standard di conoscenza inferiore a quello della "conoscenza effettiva" di cui all'articolo 14 della legislazione sul commercio elettronico.
Elaborazione del monitoraggio sistemico
In pratica, ciò significherebbe che le piattaforme online, per evitare la responsabilità penale, dovrebbero (i) ottenere e valutare la documentazione per verificare gli acquirenti e (ii) determinare se l'annuncio è una pubblicità prima di pubblicarlo. Secondo la Commissione, è un obbligo oneroso per le piattaforme online monitorare sistematicamente la pubblicazione di annunci politici. Ciò viola l'articolo 15 della direttiva sul commercio elettronico, che vieta agli Stati membri di imporre ai fornitori di servizi intermediari un obbligo generale di monitoraggio delle informazioni che trasmettono o memorizzano, così come non possono imporre un obbligo generale di ricercare attivamente fatti o circostanze che indichino un'attività illegale.
In questo contesto, la Commissione ha sottolineato che controlli lunghi e costosi potrebbero interferire con il diritto alla libertà di espressione, alla libertà di informazione e alla libertà d'impresa. Pertanto, la Commissione ha proposto soluzioni pratiche per imporre un dovere di diligenza proporzionato alle piattaforme online, come ad esempio l’esecuzione di una serie di ragionevoli controlli casuali in base alle esigenze dei periodi elettorali.