Dopo i primi due articoli sulle posizioni dei partiti politici italiani sulla legislazione sulla cannabis e le politiche di immigrazione e sicurezza, CILD ha deciso di analizzare un’altra importante questione riguardante i diritti civili: i diritti LGBTI.
L’Italia è molto indietro rispetto alla maggior parte degli stati europei in tema di protezione e potenziamento dei diritti LGBTI. Nell’ultima valutazione annuale di ILGA-Europe sulla situazione dei diritti umani di lesbiche, gay, bisessuali, transgender e persone intersessuali in Europa, il paese si è collocato purtroppo al 32° posto su 49 paesi. Questo nonostante alcuni cambiamenti positivi avvenuti nell’ultima legislatura.
Diritti LGBTI in Italia: una battaglia di lunga data
Negli ultimi 14 anni, varie proposte per regolamentare lo status delle coppie omosessuali sono state presentate da vari partiti. Nessuna di queste ha avuto successo. A tal proposito, nel 2015 la Corte Europea dei Diritti Umani ha definito la completa assenza di una cornice legale che riconosca le relazioni omosessuali una violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare (art. 8 della Convenzione Europea sui Diritti Umani). La sentenza pionieristica sul caso Oliari and others v. Italy ha avuto un effetto positivo sul dibattito nazionale sulle unioni civili.
Lo stato delle cose
Al momento, l’Italia è ancora il paese in cui l’orientamento sessuale, l’identità di genere, l’espressione del genere e le caratteristiche sessuali sono un fattore di diseguaglianza nel quotidiano. Anche se l’Italia ha raggiunto il “traguardo storico” di riconoscere le unioni civili nel 2016, il paese è lontano dal difendere i diritti LGBTI.
Il disegno di legge sulle unioni civili ha incontrato una forte opposizione, che ha determinato la rimozione della clausola sulla stepchild adoption. Oggi, le famiglie omosessuali con bambini non sono riconosciute né protette dallo stato. Inoltre, lesbiche, gay e bisessuali non hanno accesso all’adozione, né da single né in coppia.
Gli attivisti chiedono il matrimonio egualitario, la protezione legale delle famiglie arcobaleno, ma anche l’introduzione di una legge contro l’omo/transfobia, per combattere la violenza contro lesbiche, gay, bisessuali, transessuali e intersessuali. La legge che regola il cambio di genere è del 1982 e va aggiornata secondo le buone pratiche suggerite dalla giurisprudenza italiana e di altri paesi europei.
Le persone intersessuali in Italia sono sostanzialmente invisibili. Anche se alcuni diritti sono formalmente protetti dalla legge, la loro implementazione è molto limitata; per esempio, non c’è un vero e proprio divieto di attuare un intervento medico sui minori intersessuali se l’operazione non rappresenta una necessità medica.
Come vedremo, varie questioni legate ai diritti LGBTI sono state affrontate dai partiti politici. Molte altre no (per esempio il diritto di asilo). Tuttavia, occorre sottolineare che molti partiti non hanno preso una posizione chiara sui diritti LGBTI. Quando si tratta di diritti civili ed elezioni politiche, il silenzio può essere una posizione forte.
Dove si collocano i partiti
Lo studio di CILD sulla posizione di tutti i partiti è stato realizzato attraverso l’analisi dei loro programmi. Ecco i principali risultati:
- Coalizione di centro-destra: la coalizione di centro-destra ha presentato un programma condiviso in queste elezioni. I diritti LGBTI non sono menzionati.
- Forza Italia: il leader del partito, Silvio Berlusconi, ha dichiarato di essere a favore dell’abolizione delle unioni civili approvate di recente. Berlusconi ha dichiarato che una famiglia è fatta solo di un uomo e una donna che vogliono mettere al mondo dei figli.
- Lega: nell’ultima legislatura il gruppo parlamentare della Lega si è opposto in modo compatto al disegno di legge sulle unioni civili dichiarando che “la famiglia è la società naturale fondata sull’unione tra uomo e donna, come recepito dalla Costituzione Italiana”. Inoltre, include una proposta che esclude le famiglie omosessuali dagli atti ufficiali (nella modulistica degli enti e in ogni documento che abbia valenza pubblica gli unici riferimenti ammessi saranno quelli a “madre”, “padre”).
- Fratelli d’Italia: nell’ultima legislatura il partito ha votato contro l’approvazione della legge sulle unioni civili. Il programma non fa riferimento ai diritti LGBTI. Infatti include la volontà di preservare le cosiddette “famiglie naturali” (fatte di un uomo e una donna).
- Coalizione di centro-sinistra: la coalizione di centro-sinistra ha varie posizioni – a favore - sui temi LGBTI.
- Partito Democratico: l’approvazione del disegno di legge sulle unioni civili è tra i principali successi dell’ultima legislatura guidata dal Partito Democratico. Il programma include l’impegno a combattere l’omofobia e il riconoscimento della pluralità di famiglie. Non fa cenno al matrimonio egualitario ma sostiene la necessità di una riforma dell’attuale legge sulle adozioni.
- +Europa: il partito è per il superamento di tutte le discriminazioni legali e sociali basate sull’orientamento sessuale. Nel suo programma si fa riferimento al matrimonio egualitario, all’adozione e alla stepchild adoption.
- Movimento 5 stelle: i diritti LGBTI non sono citati nel programma del partito che ha deciso di astenersi dal voto sulle unioni civili nell’ultima legislatura.
- Liberi e Uguali: I diritti LGBTI sono inclusi nel programma. Il partito è per il riconoscimento della pluralità di famiglie, la riforma della legge sull’adozione, l’introduzione del matrimonio egualitario, il superamento della discriminazione legata alla genitorialità e la lotta alla violenza omofobica. Liberi e Uguali non cita espressamente i diritti dei transessuali.
- Potere al Popolo: il partito include ampiamente i diritti LGBTI nel suo programma. Infatti, è a favore del superamento delle disparità e delle discriminazioni subite dalle persone LGBTI sia come individui che come famiglie. Il programma include il matrimonio egualitario, il superamento della discriminazione sui diritti genitoriali, la lotta alla violenza omo-transfobica e la lotta all’HIV. Potere al Popolo è l’unico partito che cita espressamente i diritti intersessuali.
- Casapound: il suo programma non cita i diritti LGBTI. Il leader di Casapound, Simone Di Stefano, ha dichiarato che la bandiera arcobaleno (simbolo della comunità LGBTI) può essere sconfitta solo dalla bandiera italiana. In varie occasioni, ha dichiarato che una famiglia può essere formata solo da un uomo e una donna e si è opposto alla possibilità di estendere il diritto all’adozione alle persone LGBTI.