La pandemia COVID-19 ha causato una terribile crisi sanitaria nel mondo e in Spagna. Ed era certamente necessario che il Paese andasse in stato di emergenza, con il Regio decreto 463/2020, per la seconda volta nella storia della democrazia spagnola. Il 6 maggio, dopo aver superato le incertezze iniziali, la Plenaria del Congresso ha approvato la quarta proroga consecutiva dello stato di emergenza fino al 24 maggio. La quantità di legislazioni approvate dal decreto iniziale è stata enorme, tanto che la Gazzetta Ufficiale dello Stato è un'autentica raccolta di codici elettronici per ciascuno dei soggetti o rami del diritto coinvolti.
Giuristi, avvocati difensori e funzionari furiosi per la crisi dell'amministrazione del tribunale
Sullo sfondo di questo mare di legislazioni, è importante sottolineare i problemi giudiziari che sono sorti. L'emergenza sanitaria causata da COVID-19 ha provocato una terribile crisi nell'amministrazione della giustizia con ampie conseguenze per i giuristi, le persone giuridiche e i normali cittadini, sia spagnoli che stranieri, coinvolti nel sistema giudiziario.
Uno dei provvedimenti adottati dal suddetto decreto di emergenza relativi al sistema giudiziario è la sospensione dei termini procedurali (con alcune eccezioni). Inoltre, vale la pena di considerare le misure specifiche proposte dalle istituzioni giudiziarie per accelerare l'attività giudiziaria di fronte al prevedibile crollo durante e dopo lo stato di emergenza. Il programma proposto e ancora aperto ad ulteriori proposte da parte del Ministero della Giustizia stesso, si ispira al Piano di risposta urgente elaborato dal Consiglio generale della magistratura, che ha proposto oltre cento misure per contrastare questo crollo giudiziario. La risposta di giudici, procuratori, avvocati della difesa e funzionari giudiziari è stata furiosa, e questa risposta è stata ripresa dai media.
Procedure giudiziarie prese online
Il primo passo in avanti in questi cosiddetti provvedimenti procedurali e organizzativi dell'attività giudiziaria è avvenuto con l'approvazione del Regio Decreto Legge 16/2020 del 28 aprile, che non è esente da critiche da parte degli stessi settori professionali, anche se solo poche associazioni professionali hanno espresso il loro parere in merito.
Quest'ultimo regolamento, oltre a chiarire come calcolare le scadenze procedurali (in base all'inizio delle procedure) e ad assicurare l'applicazione di varie misure nelle sedi organizzative, fa parte di un nuovo paradigma giudiziario di giustizia telematica al posto della giustizia faccia a faccia. L'espressione "presenza telematica" è apparentemente contraddittoria in quanto la giustizia non può essere presente e telematica allo stesso tempo, secondo l'Accademia Reale di Spagna. È stato proposto un tipo di iJustice per stabilire una differenza con la giustizia elettronica europea (o iJusticia in spagnolo) che prevarrà. Durante lo stato di allarme e fino a tre mesi dopo la sua conclusione, tutti i processi e le udienze saranno telematici, a condizione che i tribunali abbiano i mezzi per farlo. L'unica eccezione sarà che "la presenza fisica dell'imputato nei processi per reati gravi" sarà necessaria. (Articolo 19.2).
È improbabile che i tribunali spagnoli abbiano tutte le risorse necessarie per passare alla telematica
La grande questione è se i tribunali abbiano davvero i mezzi per rendere tutte le procedure telematiche, considerando la loro storica mancanza di risorse materiali e umane. Dobbiamo anche considerare la diversità degli ambienti virtuali che circondano i tribunali spagnoli, a seconda che si trovino nel cosiddetto "territorio ministeriale" attribuito al governo centrale o in quelle regioni che hanno trasferito le competenze in materia di giustizia secondo l'organigramma giudiziario. Pertanto, se la digitalizzazione non è stata ancora pienamente attuata nel sistema giudiziario spagnolo, nonostante gli sforzi compiuti, è chiaro che non esiste un sistema procedurale comune in tutta la Spagna, nonostante l'annuncio fatto dal governo precedente, per non parlare dei "crash" informatici di cui a volte soffrono questi sistemi.
I diritti degli imputati sono messi a rischio se non possono essere presenti in aula
Ci sono altri misteri all'interno di questa giustizia telematica o iProcess in termini di diritti fondamentali e principi procedurali dell'imputato, che sono ancora più imperativi nella giurisdizione penale. In particolare, questo blog ha già espresso il suo parere sulla riduzione del diritto alla difesa e la conseguente limitazione di importanti principi procedurali come l'immediatezza e la pubblicità. Queste ultime anche nella giustizia faccia a faccia, dato l'"ordine" di accesso del pubblico alle aule di giustizia, previsto anche dagli articoli del Regio Decreto (art. 20). Insomma, i giudici non chiedono più di vedere e di poter entrare in empatia con gli imputati, ma almeno di "sentirli e capirli", cosa che, durante la pandemia del coronavirus, non sempre avviene, non solo perché può essere difficile sentire tutto detto in videoconferenza, ma anche perché gli imputati indossano delle maschere.
Pertanto, attualmente, il processo telematico dovrebbe rimanere complementare e un rafforzamento, mai l'alternativa né il sostituto dei processi faccia a faccia. Tuttavia, lo scorso 4 maggio, il Ministero della Giustizia ha annunciato, nella Commissione Giustizia del Congresso, la prossima trasformazione digitale dell'amministrazione della giustizia. Benvenuti tutti nel mondo di iJustice, presto un'App sui nostri smartphone.
Questo articolo è stato originariamente pubblicato da Rights International Spain