“Ancora una volta, le decisioni di chi sta al potere legislativo ed esecutivo che stanno minando l'indipendenza dei tribunali (la Corte Costituzionale e i tribunali ordinari) hanno spinto il Consiglio di Gestione e il Consiglio di Amministrazione dell'Helsinki Foundation for Human Rights (HFHR) e il Comitato Helsinki in Polonia a dichiarare che il ruolo del potere giudiziario previsto dal modello costituzionale della separazione dei poteri è stato distrutto. I limiti sono stati oltrepassati,” si legge nel comunicato pubblicato ieri mattina.
La dichiarazione congiunta ha ad oggetto la nuova Legge sulla Corte Costituzionale, che è al momento in fase di discussione al Sejm (la camera bassa del Parlamento Polacco). Secondo il Comitato Helsinki e il Consiglio di Amministrazione di HFHR, “la versione della Legge sulla Corte Costituzionale del 29 giugno di fatto paralizza questo organismo e lo trasforma in modo tale che il suo funzionamento (compreso l'ordine in cui esaminare i casi e dunque portare avanti il proprio lavoro) diventa dipendente ad interim, le decisioni vengono manipolate dal presidente, dal pubblico ministero e dal primo ministro. Inoltre, l'introduzione di un veto che autorizza 4 giudici a posticipare le udienze su un caso specifico garantisce la possibilità continua di non portare in udienza quei casi sconvenienti e che coinvolgono i leader del partito al potere.”
Il Comitato Helsinki e il Consiglio di Amministrazione di HRHR hanno sollevato il rischio che dare un tale potere di veto significa minacciare direttamente l'influenza del Commissario per i Diritti Umani, poiché le sue mozioni potrebbero essere sistematicamente bloccate. “La composizione del personale della Corte è definita da una legge incostituzionale per quanto riguarda i posti già occupati. Questo fa sì che le sue decisioni siano incostituzionali alla base,” continua la dichiarazione.
"Quello che sta facendo il governo alla Corte Costituzionale e agli operatori che la compongono sta mettendo in ridicolo lo stato di diritto e lo stato. Al contempo, altri organismi che sono formalmente indipendenti iniziano ad essere sottoposti a sempre più pressioni,” scrivono i firmatari del documento.
Nella loro dichiarazione, l'Helsinki Committee e il Consiglio di Amministrazione di HFHR fanno riferimento alla recente decisione del presidente della Polonia di non nominare 10 giudici suggeriti dal Consiglio Nazionale della Magistratura polacco. Secondo l'Helsinki Committee e il Consiglio di Amministrazione di HFHR, il fatto che questi giudici non siano stati nominati (unitamente al precedente rifiuto del presidente di nominare tre giudici della Corte scelti in maniera legittima) è l'ennesima prova che il governo sta limitando l'indipendenza e il senso dell'autorità giudiziaria. Queste azioni influenzeranno l'atteggiamento dei giudici e di tutti gli operatori dei tribunali. Esse cercano di trasformare il giudiziario in un organismo che si conforma al potere esecutivo e alle sue aspettative.
"Minacciare la posizione e l'indipendenza dell'autorità giudiziaria rappresenta una minaccia diretta alla protezione dei diritti umani e delle libertà,” si legge nella dichiarazione.