“Un referendum con meno firme e più luoghi di raccolta firme.” Questo è il messaggio della recente iniziativa popolare realizzata da 15 sindacati e organizzazioni della società civile croata per raccogliere firme per un nuovo referendum sui referendum.
L'iniziativa, portata avanti dalle stesse associazioni che organizzano campagne referendarie contro l'esternalizzazione di servizi non essenziali nel settore pubblico e la monetizzazione del debito degli operatori autostradali, raccoglie firme per opporsi alla nuova Legge sui Referendum. La raccolta firme inizierà il 30 maggio.
“La proposta di legge, che è già passata in prima lettura in Parlamento, priva i cittadini della possibilità di raccogliere firme negli spazi pubblici e li indirizza agli uffici governativi. Questo significherebbe che il diritto che abbiamo dal 2000, quando la Costituzione ha autorizzato le attività di iniziativa popolare, diventerebbe lettera morta, perché i sindacati e le ONG non sarebbero in grado di raccogliere il numero richiesto di firme,” ha dichiarato il sindacalista Zeljko Stipic durante una conferenza stampa.
Stipic ha aggiunto che l'iniziativa riguarda aspetti più ampi dei referendum e solleva la questione del numero di firme richieste per indire un referendum, considerato che soltanto un'iniziativa referendaria è stata approvata negli ultimi 10 anni, mentre tutte le altre non sono andate a buon fine perché non sono state raccolte abbastanza firme o perché sono state bloccate dalla Corte Costituzionale.
“Siamo convinti che i cittadini riconoscano l'importanza di tali questioni in quanto essenziali per il futuro della democrazia diretta. Democrazia diretta e indiretta non si escludono bensì si completano a vicenda e coloro che si trovano al potere, che sono qui oggi e non ci saranno più domani, devono rendersi conto che non c'è governo che non abbia bisogno di essere corretto sulle decisioni imprudenti,” ha affermato Stipic.