Su iniziativa dell’ADPHA (Associazione per i diritti umani di Andaucía), una serie di organizzazioni, tra cui Rights International Spain, hanno inviato un documento che esprime la loro preoccupazione al Ministero dell’Interno e al Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria. Sottolineano la necessità di “adottare misure urgenti per prevenire, da un lato, la diffusione del coronavirus nelle carceri e, dall’altro, garantire i diritti fondamentali delle persone private della libertà personale”.
Le persone più vulnerabili dovrebbero essere rilasciate
Il testo chiede "una serie di misure urgenti per garantire i diritti fondamentali delle persone private della libertà personale" e avverte che "un servizio medico inadeguato all'interno delle carceri può equivalere a un trattamento disumano o degradante". Pertanto, sottolineano che "ci possono essere situazioni in cui la corretta amministrazione della giustizia penale richiede l'adozione di misure umanitarie come il rilascio o gli arresti domiciliari". Le organizzazioni sottolineano che "il nostro sistema giuridico, ad esempio, ha misure alternative alla privazione della libertà in carcere per chi è malato o anziano".
Più personale medico
Aggiungono che è di vitale importanza che "il numero del personale sanitario all'interno del carcere sia immediatamente rafforzato e che l'isolamento delle persone colpite dal coronavirus avvenga in una struttura medica piuttosto che in una cella". Chiedono inoltre "l'immediato rilascio dei detenuti gravemente malati e di quelli di età superiore ai 70 anni, in quanto costituiscono un gruppo a doppio rischio” e la stessa cosa per i detenuti in custodia cautelare, stabilendo, se necessario, altri tipi di controlli. Un'altra delle richieste si riferisce alla comunicazione tra i detenuti e le loro famiglie, chiedendo "telefonate gratuite extra e un aumento della comunicazione orale ordinaria".
Più chiamate quando le visite si fermano
Il Ministero dell'Interno ha annunciato in precedenza di aver cancellato ogni tipo di comunicazione con i detenuti. In risposta le organizzazioni hanno dichiarato: "ci opponiamo e chiediamo che venga installato con urgenza un sistema di videochiamate in tutte le carceri, in modo che i detenuti possano comunicare con le persone con cui comunicano abitualmente".