Durante le sue visite ai centri di socializzazione per bambini in Lituania, l'ombudsman nazionale ha riscontrato numerose violazioni di diritti umani. “La legge stabilisce che i bambini possano essere collocati soltanto in sale relax quando rappresentano una minaccia per se stessi o per gli altri a causa di uno sfogo emotivo incontrollato. Tuttavia, in molti centri di socializzazione i bambini vengono collocati nelle sale relax come forma di punizione,” si legge nella relazione dell'ombudsman.
Nel Centro di Socializzazione per Bambini Kaunas lo staff ha fatto uso illegale di manette, manganelli e lacrimogeni contro i bambini ospitati. In un altro centro è stato rilevato che le sale relax erano poco ventilate e illuminate e ai bambini spesso non era consentito andare al bagno.
I centri di socializzazione visti dall'ONU
Il 23 maggio 2014 il Comitato contro la Tortura dell'ONU, in occasione della terza relazione periodica sulla Lituania, ha rilevato che il collocamento nelle “sale relax” nei centri di socializzazione era assimilabile all'isolamento.
Sei centri di socializzazione, da tempo noti come “prigioni per adolescenti,” sono tuttora attivi in Lituania. I bambini che vivono in questi centri sono suddivisi per categorie di rischio (minori che hanno commesso un crimine, minori che sono scappati da casa o che non fanno i compiti, vittime di tratta), ma il loro trattamento e supervisione non sono differenziati.
HRMI sollecita il governo sulla sicurezza dei bambini
Dall'avvio dell'indagine del difensore civico, lo Human Rights Monitoring Institute continua a sollecitare il governo ad aprire gli occhi e a rendersi conto finalmente che il processo di socializzazione in Lituania è fallito.
“Invece di sviluppare nuovi servizi all'interno della comunità, per molti anni i fondi strutturali dell'UE – milioni di euro dei contribuenti europei – sono stati spesi a favore di istituzioni inefficaci che hanno violato i diritti dei bambini – per rinnovarle, per rinforzare le loro mura, il cui scopo era quello di separare i bambini dalla società scimmiottando la socializzazione, il trattamento e la cura,” si legge nella lettera firmata da HRMI e da altre venti ONG che si occupano di diritti umani.