Máté Kocsis ha fatto del suo meglio per far chiudere il programma di scambio di siringhe realizzato dall'organizzazione Blue Point. Alla fine ci è riuscito, solo poche settimane prima della realizzazione di un report da parte del Commissario Ungherese per i Diritti Fondamentali che critca la chiusura del programma e ne esalta invece i vantaggi sulla salute.
Un buon report, ma in ritardo
Il report ha evidenziato che, in quanto unico mezzo di prevenzione delle malattie tra i tossicodipendenti con un buon rapporto costi-benefici, lo scambio di aghi e siringhe costituisce parte integrante non solo della strategia ufficiale dell'UE sulle droghe, ma anche della strategia nazionale dello stato ungherese sul tema. Ovviamente, la diffusione di ogni malattia grave – che sia l'epatite C o l'HIV – non riguarda solo i tossicodipendenti, ma preoccupa anche il resto della società. Pertanto, il report afferma che la soppressione del programma di scambio di siringhe ha violato il diritto ad un ambiente sano non soltanto per gli utilizzatori di droghe, ma per tutti. La campagna lanciata di recente contro il garante dai media vicini al governo è un tentativo di distogliere l'attenzione pubblica da questo fatto.
Il report, che contiene i risultati di un'indagine iniziata dopo la presentazione fatta dall'Unione Ungherese per le Libertà Civili (HCLU) lo scorso novembre, è stato ricevuto dalle organizzazioni due giorni prima della sua pubblicazione, come avviene di regola. Il report ha generato sensazioni contrastanti in me. Da un lato, ho apprezzato il fatto che, considerate tutte le circostanze, l'ombudsman sia arrivato alle stesse conclusioni e abbia proposto raccomandazioni ai decisori riguardo al bisogno di supportare i programmi di riduzione del danno analoghe a quanto proposto da HCLU. Dall'altro lato, è stata una delusione che il report sia stato pubblicato così tardi, molte settimane dopo la chiusura del programma di scambio di aghi e siringhe di Blue Point. Infatti, già all'iniazio della primavera avevo personalmente informato l'Ufficio dell'Ombudsman riguardo ai nuovi sviluppi riguardanti il deterioramento della situazione generale, che probabilmente avrebbero portato alla chiusura del programma. Il report avrebbe avuto un impatto molto più rilevante allora rispetto ad oggi.
False accuse
Quello che non mi aspettavo era di essere accusato di aver agito per vedere pubblicato il report durante l'attuale campagna elettorale, per avere l'Ufficio dell'Ombudsman in pugno. Il quotidiano che opera come portavoce del governo ha esplicitamente accusato l'HCLU di controllare l'Ufficio dell'Ombudsman. Come sono giunti a questa conclusione? La corrispondenza che HCLU ha avuto con quell'ufficio la scorsa primavera potrebbe essere trapelata, o, peggio ancora, potrebbe essere stata ottenuta attraverso i servizi segreti. Sono stato accusato di intrattenere relazioni non lecite con funzionari dell'ufficio, che mi avrebbero consentito di acquisire i contenuti del report molto prima della sua pubblicazione. E' stato anche affermato che il report fosse pronto a maggio e che la sua pubblicazione a settembre sia stata determinata da ragioni politiche relative alle imminenti elezioni locali. Si è affermato che HCLU sia stata informata in anticipo della data di pubblicazione.
Queste affermazioni sono false. Tutto ciò che la corrispondenza rivela è che l'addetto dell'Ufficio dell'Ombudsman ha ricevuto informazioni sugli sviluppi legati alla presentazione fatta da HCLU e che HCLU ha chiesto di conoscere i piani di pubblicazione del report che considerava imminente. Il tono familiare della lettera di HCLU non è inusuale nelle comunicazioni professionali e in nessun modo lascia intendere che HCLU sia in una posizione di controllo dell'Ufficio dell'Ombudsman. Quest'ultimo ha risposto nella primavera che era pronta solo una bozza del report e che la versione definitiva non sarebbe uscita prima della fine di giugno. HCLU non ha, di fatto, avuto accesso alla bozza di report prima di settembre.
Il fatto che Máté Kocsis, sindaco dell'8° distretto di Budapest, stesse tenendo una conferenza stampa lo stesso giorno della pubblicazione dell'articolo accusatorio, e che argomento centrale della conferenza stampa sia stato l'accusa che “la lobby della droga ha attratto a sé l'Ufficio dell'Ombudsman” mette in chiaro la questione: HCLU è apparentemente diventata un personaggio nella campagna di calunnie, il cui vero obiettivo è l'Ufficio dell'Ombudsman, che ha avuto il coraggio di affrontare il vertice del regime al potere.
Il fantasma di qualche segreta cospirazione
Purtroppo, HCLU è stata contestata proprio perché stava facendo un buon lavoro, nel rispetto delle leggi. La sezione 2 § (5) della legge CXI del 2011 impone all'Ombudsman di cooperare con le organizzazioni per la difesa legale. I reclami e le osservazioni presentate da tali organizzazioni costituiscono un supporto fondamentale permettendo al difensore civico di ottemperare ai suoi obblighi di legge. Questo non contraddice la necessità che l'ufficio del difensore civico crei il proprio parere in modo indipendente, parere che poi a volte differisce e a volte coincide con la posizione assunta dalle agenzie per la difesa legale. In un paese europeo, è del tutto naturale che un'organizzazione che ha fatto una presentazione pubblica inizi una corrispondenza con l'ufficio, informandolo in merito a qualsiasi sviluppo o, horribile dictu, anche negoziando con esso la data di pubblicazione di qualche documento importante al fine di aumentare l'efficienza “dell'attività di sensibilizzazione e informazione", come prescritto dalla legge.
Solo in un paese che sta soffocando nella paranoia politica può succedere che il dialogo e la cooperazione tra il Commissario dei Diritti Fondamentali e una ONG che si occupa di diritti umani evochi il fantasma di qualche cospirazione segreta e che l'ombudsman si senta imbarazzato nel criticare un sindaco che ha commesso una violazione.
Questa recente isteria gestita dai media fa parte di una serie di attacchi rivolti alle istituzioni indipendenti, alla stampa libera e alla società civile in Ungheria. L'assurda accusa, politicametne motivata, all'Ombudsman potrebbe mandare un messaggio di attenzione ai funzionari negli uffici pubblici e nelle istituzioni, che potrebbero prendere in considerazione pensieri critici. Il messaggio a loro rivolto è questo: dovresti rinunciare all'illusione di lavorare come un'organizzazione indipendente, che critica le opere del governo e coopera con ONG sulla lista nera. La forza distruttrice di un nuovo partito di stato sta cercando di sommergere ogni cosa che incontra che sia in grado di controllare direttamente. E' guidata da ansia e paura della solidarietà sociale e della cooperazione tra le persone che ancora si impegnano per la democrazia. I governanti stanno cercando di dividere e creare antagonismi tra coloro che considerano una minaccia per il potenziale di risvegliare le persone dalla passività. Chiunque critichi il dominio del partito Fidesz in questi giorni – ONG, Ombudsman, il Norway Grant e addirittura la Corte dei Diritti Umani di Strasburgo – è considerato come qualcuno che contribuisce alla cospirazione internazionale contro l'Ungheria.
Il comportamento folle di “Fideszocracy” non si placherà con la chiusura dei programmi di scambio di siringhe e delle agenzie per la difesa legale. E' nell'interesse di tutti noi fermare questa escalation distruttiva.
Péter Sárosi