Dopo la richiesta di donazioni in TV, i pubblici ministeri tedeschi hanno accusato di frode il Signor Karaman e diversi dipendenti e il Tribunale regionale di Francoforte ha ritenuto due di loro colpevoli di truffa aggravata. Il caso del Signor Karaman è stato tenuto separato da quello degli altri imputati e lui non è stato condannato, anche se nel processo è stato fatto più volte il suo nome.
Per questo motivo, il Signor Karaman ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale Federale, per far valere la violazione del suo diritto alla presunzione di innocenza. Il ricorso è stato rigettato. Il Signor Karaman si è poi rivolto alla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo, sostenendo che era stato violato l'articolo 6 parag. 2 della Convenzione (presunzione di innocenza) perché il suo nome era stato citato nella sentenza del 2008 ( ricorso 17103/10).
Nella sentenza del 27 Febbraio 2014, la Corte EDU ha dichiarato che una violazione della presunzione di innocenza può verificarsi quando i dati di una terza persona si trovano nella motivazione di una sentenza pronunciata contro altre persone. Detto ciò, i giudici di Strasburgo hanno concordato con le argomentazioni del giudice tedesco, affermando che nei procedimenti complicati che coinvolgono un certo numero di persone contemporaneamente (che non vengono però processate insieme), è necessario che il giudice analizzi il coinvolgimento di terzi per essere in grado di determinare correttamente l'entità della colpa degli imputati. Comunque, per quanto concerne i fatti che riguardano direttamente queste persone, il giudice dovrebbe decidere solo sulla base dei fatti che sono strettamente necessari.
La Corte EDU ha rilevato che nel diritto tedesco esiste un principio di presunzione di innocenza. Seguendo questo principio, il giudice non dovrebbe giudicare sulla colpevolezza di coloro che non sono parti nel caso di specie. Il giudice nel giudicare questo caso di frode deve aver fatto delle valutazioni sulla posizione delle persone che dirigevano il gruppo criminale, sottolineando che i capi dell'operazione si trovavano in Turchia. L'organizzazione doveva aver avuto un capo e altri membri che hanno ideato il modo per sottrarre il denaro. Per fornire un'analisi completa dei fatti, il Tribunale tedesco non ha potuto evitare di fare riferimento al Signor Karaman, direttore dell'emittente televisiva in cui è avvenuta la frode.
Valutando il tono usato dal giudice tedesco, la Corte EDU ha osservato che il Signor Karaman è stato citato come "imputato in un altro procedimento". La Corte non ha formulato alcun giudizio di colpevolezza attraverso quel riferimento, perché il processo contro di lui era ancora aperto. In riferimento alle "persone che agiscono dietro le quinte", il giudice tedesco non si è espresso sulla colpevolezza di Karaman. Inoltre, sia il giudice tedesco (nella sentenza pubblicata sul sito web) che la Corte Costituzionale Tedesca hanno indicato che ritenerlo colpevole sarebbe stata una violazione di un principio fondamentale del codice penale: la presunzione di innocenza. La Corte EDU è giunta alla conclusione che in un caso così complesso, con tanti "imputati", il giudice tedesco è stato attento a garantire che il principio di presunzione di innocenza non venisse meno. Pertanto, il Tribunale di Francoforte non ha violato il principio della presunzione di innocenza e non è stata violata nemmeno la Convenzione. Due giudici hanno depositato un'opinione dissenziente, sostenendo che l'inserimento del nome del convenuto nella descrizione della leadership dell'organizzazione criminale era un chiaro riferimento alla sua colpevolezza.
Il caso mostra quanto possa essere difficile decidere le cause in cui vengono coinvolte più parti. Da un lato, come hanno fatto i giudici tedeschi, si dovrebbero evitare giudizi prematuri; ma d'altra parte i giudici sono tenuti a ricostruire i fatti con la massima precisione possibile, assicurandosi che il caso venga deciso in modo corretto e allo stesso tempo che non siano pregiudicate le decisioni di altri casi correlati.