La Relazione spiega che "il comportamento marcatamente razzista e xenofobo già attuato dalle formazioni di estrema destra potrebbe aumentare nelle prossime settimane". I servizi segreti italiani sostengono inoltre che esiste il rischio che il "conflitto" tra antifascisti e estremisti di destra intensifichi e generi "criticità" sul piano dell'ordine pubblico.
Allarme crescita di episodi di razzismo
La Relazione consegnata al Parlamento evidenzia che gruppi di estrema destra sono già stati coinvolti in comportamenti chiaramente razzisti e xenofobi e che tali azioni potrebbero diffondersi nei prossimi mesi.
I Servizi segreti evidenziano una "pronunciata vitalità" nelle attuali formazioni di estrema destra, che hanno fatto leva su iniziative propagandistiche e di protesta. È proprio in queste azioni che l’intelligence teme problemi.
Per quanto riguarda il terrorismo, il fenomeno degli individui radicalizzati in Italia è uno dei settori in cui l'intelligence italiana è maggiormente coinvolta. La questione è "sempre più ampia e sfuggente" e richiede un attento monitoraggio per rilevare i segnali della possibile transizione dalla radicalizzazione all'attivazione violenta.
Un "boom" di razzismo mentre la violenza triplica in un anno
In Italia, a quanto riferito, si sta verificando un "boom di razzismo" attraverso la violenza che si è triplicata in un anno con 126 atti di razzismo registrati nel 2018. Secondo la Relazione, gli stranieri vengono regolarmente aggrediti, sia fisicamente che verbalmente. La Relazione afferma che la propaganda e le pratiche del movimento antifascista hanno subito nel 2018 una "radicalizzazione" dovuta ad una “percepita crescita di visibilità e protagonismo" dei militanti di estrema destra su questioni riguardanti sicurezza, migranti e disagio sociale. E questo ha accentuato la conflittualità tra i due fronti, con provocazioni, aggressioni e reazioni in grado di generare criticità sul piano dell'ordine pubblico. Sul fronte dell’estremismo interno quella rappresentata dagli anarco-insurrezionalisti resta “l’espressione più insidiosa”.
Spiegano i Servizi che queste formazioni hanno focalizzato il dibattito "sull'opposizione alle politiche migratorie" e hanno promosso una narrazione "con accenti di forte intolleranza nei confronti degli stranieri". Questi sentimenti hanno trovato un consenso molto ampio, specialmente in periferia, e possono non solo alimentare il risentimento, ma anche indurre le persone a dargli sfogo.
Allarme in vista delle elezioni europee
Le elezioni regionali tenutesi nella regione italiana Abruzzo il 10 febbraio, hanno rappresentato una vera prova in vista alle elezioni europee: una vittoria netta per la Lega, visto che il partito di Matteo Salvini ha ottenuto il 28% dei voti. Fino ad ora, le elezioni europee sono state principalmente elezioni nazionali, con bassa affluenza e poco interesse. Ma nel 2019 la situazione è cambiata. La campagna europea è ora un evento transnazionale e paneuropeo, che potrebbe indubbiamente essere un modo per risolvere alcuni dei problemi globali che l'Unione europea sta attualmente affrontando.
Detto questo, è importante ribadire che i paesi europei dovrebbero ricordare il Titolo 1 del trattato sull'Unione europea il quale sottolinea che “L’Unione europea (UE) si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze (...) della non discriminazione, della tolleranza, della giustizia, della solidarietà”.